Gli estremismi si stringono l’occhio a vicenda… e questo da sempre.
Chi è Diego Fusaro? Un saggista dal linguaggio forbito. Qualcuno lo definisce filosofo ma non lo è in misura maggiore di quello in cui, ognuno, lo è sulla propria vita. Eventualmente si può definire divulgatore, in quanto, nei sui testi e nelle sue idee non c’è veramente nulla che non sia già visto in filosofia. Personaggio televisivo, indubbiamente.
Dietro un linguaggio rococò, che non viene utilizzato per veicolare concetti elevati, ma, esclusivamente per indurre reverenza nell’incolto, si nasconde la povertà dei concetti e delle idee. Non è raro vederlo balbettare una tremolante risposta quando viene incalzato da un interlocutore che non appartiene alla vacuità del partecipante medio alle tribune televisive. Il linguaggio, in Fusaro, diventa un esercizio fine a sé stesso, un delirio di significanti che hanno la presunzione di trasmettere grandi significati.
Niente di nuovo sul fronte occidentale: tantissimo marxismo, tanto hegelismo. Riferimenti continui e citazionismo dilagante di pensatori come Gramsci, Gentile, Spinoza, Fichte, Aristotele… ma con un ricca spruzzata di tutta l’Antica Grecia. Insomma, i temi trattati da Fusaro sono stati tendenzialmente affrontati dalla sinistra italiana durante Togliatti, e, a livello mondiale, superati con gli infausti esiti del socialismo reale.
Nelle sempre più frequenti, negli ultimi anni, ospitate televisive del “filosofo”, si comincia ad ascoltare un crescendo di critica al capitalismo, al mondialismo, alle plutocrazie, alla società aperta, alla globalizzazione, allo schiavismo… con una bella spolverata al complotto giudaico-massonico. Tutte le forze, socialdemocratiche o liberali, hanno ignorato questa voce di un tempo che non c’è più, in quanto, dal loro punto di vista, questo tipo di dibattito è già stato oltrepassata da tempo, senza ulteriori bisogni d’echi proustiani.
Il terreno fertile, per le parole di Fusaro, è arrivato con la progressiva affermazione in Italia del M5s e della Lega, forze relativamente vergini dal punto di vista degli “ideali”, ma abbastanza “contro” per ascoltare le parole di un im-modesto outsider. Come nel primo dopoguerra fu facile per tanti fascisti voltare la camicia e diventare comunisti… così è facile creare dei vasi comunicanti tra l’ideologia d’estrema sinistra (marxismo), quella d’estrema destra (leghismo) e l’assenza di ideologia (ex-grillismo). Il buon Diego, infatti, nelle sue collaborazioni svaria da testate come Il Fatto Quotidiano, giornale che grazie all’intuito non disinteressato di Marco Travaglio ha accompagnato con una devozione quasi paterna il M5s, e Il Primato Nazionale, rivista di Casa Pound che non a caso si definisce sovranista.
Questo suo camaleontismo lo ha portato, per il “Popolo della Rete”, a diventare quasi un guru. Colui che ha il coraggio di denunciare cose che nessuno è disposto a dire. Facile con un paziente di modesta cultura, di non eccellente intelletto, aggiungere qualche pillola filosofica ingoiata con un fiume d’arzigogolato eloquio… il mix-letale è pronto. Nietzsche diventò, suo malgrado, l’ideologo del nazismo. C’è invece chi sogna e lavora per diventare ideologo di un governo giallo-verde.
Intellettuali, non sottovalutate il fascino discreto delle supercazzole.