L’unica responsabilità al mondo

Essere genitori. Non esiste altra responsabilità al mondo che nemmeno lontanamente possa essere equiparata a questa. È certamente più facile avere delle valide motivazioni come assassino che come genitore. Eppure, quante persone sembrano affrontare con leggerezza quello che viene archiviato, riassumendo, come il “donare la vita” e/o come il “massimo atto d’amore”. Ognuno, naturalmente, ha diritto di giungere alle conclusioni che preferisce dandosi le proprie risposte, ma comunque, la necessità del porsi delle domande mi sembra la minima forma di rispetto dovuta nei confronti di colui che viene scagliato nella vita senza aver dato il proprio consenso (altro che trattamento della privacy).

Ogni genitore dovrebbe essere pronto (con in tasca una risposta esaustiva nei confronti del figlio) alla domanda: “Perché hai deciso di mettermi al mondo?”. Come rispondere è certamente molto difficile, ma in ogni caso, bisognerebbe cercare di essere il meno generici possibile. Ricevere la risposta “perché la vita è bella” o “perché funziona così” o “non lo so”, sicuramente non darebbe appagamento al quesito della prole. Uno poi, potrebbe anche azzardare una risposta come si dette Luigi Tenco, sulle cause del proprio innamoramento: “perché non avevo niente da fare.” Tale affermazione – che in molti casi è la risposta che più si avvicina alla verità – anch’essa non rincuorerebbe di più il figlio, probabilmente ancora convinto dell’importanza capitale della propria esistenza.