Felicità,
così leggero il tuo tocco,
così labile il tuo ricordo,
inconvincibile al nostro richiamo
e fiera di fronte alla nostra impotenza.
Deboli,
di fronte all’abbronzatura che si squaglia,
all’invecchiare della persona amata,
al tempo che passa
o alla malattia avvolgente.
Eppure,
senza finitezza non ci sarebbe vita,
non ci vorrebbe un amore per esorcizzare la morte:
un inutile orrore resterebbero le parole
orfane di un dolore da descrivere.